Da un po’ di tempo cerco di insegnare ai podisti un modo più rilassante
possibile, per capire a quale ritmo impostare la loro corsa.
Arrivai a questa considerazione dopo aver notato che non tutti i podisti
hanno a disposizione tracciati segnati ove poter allenarsi e che, il
cardio-frequenzimetro può essere una ulteriore fonte di stress.
Non solo, ma concentrarsi sulla respirazione contribuisce a rinforzare “il
rapporto intimo con se stessi” ovvero insegna ad ascoltare, interpretare ed
usare i messaggi che arrivano dal nostro organismo.
L’idea mi venne in un pomeriggio d’estate quando davanti al mio pc stavo
pensando a come riuscire a far iniziare a correre due mie amiche superpigre,
ma che avevano una grande voglia di conoscere i benefici della pratica della
corsa. Questo argomento ha costituito la mia presentazione ai lettori della
rivista con la quale collaboro ovvero Runnes World Italia .
Presentandovi il sistema descritto nelle righe seguenti desidero farti partecipe
della mia “filosofia”. La corsa per me, fin dai lontani anni ’70, è
stata uno studio continuo, la ricerca del modo migliore d’insegnare alla
gente come “assaporare” i benefici che derivano dalla pratica razionale di
questo sport. Non a caso qui di seguito ti racconto di un modo particolare di
vivere la corsa, come divertimento, come ricerca di una maggiore intimità con
noi stessi. Il running, infatti, può portarci a conoscere delle parti di noi
stessi che, per tanti motivi, abbiamo tenuto nascoste per tanti anni e che,
forse, non sappiamo neppure di avere. La sua pratica razionale e costante
rafforza la fiducia che riponiamo nelle nostre capacità e ci aiuta ad
affrontare in modo migliore il mondo che ci circonda. Come tutto questo? Con
una visione di questo sport largo respiro. Infatti oggi anche agli atleti più
esperti inserisco nei programmi di corsa una o più volte alla settimana,
allenamenti basati sul correre per il gusto di farlo senza preoccuparsi del
tempo scandito dal cronometro o delle pulsazioni a minuto.
Dietro a 3 sigle un’intera filosofia.
A chi legge i miei articoli, ed a chi li leggerà, sarà capitato e capiterà
spesso di trovare queste tre sigle: CRF, CRLI, CRI.
Ebbene, il loro significato è:
CRF = Corsa con Respirazione Facile
CRLI = Corsa con Respirazione Leggermente Impegnata
CRI = Corsa con Respirazione impegnata.
La conoscenza del loro significato e del loro uso è basilare per capire e
fare propria una certa filosofia della corsa.
CRF rappresenta un ritmo di corsa blando, al quale risulta facile
chiacchierare. A questa intensità dovresti, ad esempio, poter essere
tranquillamente in grado di raccontare le barzellette agli amici, e anche di
ridere e di scherzarci sopra.
CRLI indica invece un ritmo un po’ meno rilassato, che ti consente ancora di
raccontare le barzellette agli amici, ma che rende difficoltoso il riderci
sopra. Le sensazioni indotte dalla CRLI sono uguali quelle che avverti quando
inizi a correre senza riscaldamento, quindi a una velocità troppo elevata per
il livello di attivazione del tuo organismo. A questo ritmo puoi comunque
fare molti chilometri.
CRI, infine, rappresenta un ritmo che consente ancora di parlare agli amici,
ma solo con difficoltà. Quando sei impegnato in uno sforzo di
quest’intensità, le barzellette non hai né la voglia né la possibilità di
raccontarle. È la classica andatura delle gare brevi o delle prove ripetute.
Quando lavori a CRI fai sempre attenzione a non esagerare. Va bene avere il
fiato corto, ma devi sempre essere in grado di scambiare qualche parola.
Non rimanere mai senza parole.
Lo scopritore del rapporto fra capacità di parlare e intensità dell’attività
fisica fu il medico-allenatore Ernest Van Aaken, che rifletté a lungo
sull’uso della respirazione come metodo per determinare l’andatura di corsa,
suggerendone la ragione scientifica.
Correndo lentamente possiamo parlare tranquillamente perché gli atti
respiratori sono solo un po’ più accelerati di quando siamo a
riposo. L’organismo produce poco acido lattico e poca anidride carbonica. Se
aumentiamo la velocità della nostra corsa, aumenta la concentrazione
dell’anidride carbonica nel sangue e di conseguenza, anche la frequenza degli
atti respiratori. Ad un incremento ulteriore della velocità, la quantità di
acido lattico aumenta sempre più producendo una variazione dei tempi di
espirazione rendendo sempre più difficile parlare (Arcelli- Massini 2003),
fino a impedirlo del tutto.
Quest’ultima situazione va assolutamente evitata perché non è adatta allo
sviluppo di quelle capacità fisiche che servono per la corsa prolungata.
Vantaggi e avvertenze per l’uso
Il sistema della respirazione presenta due grandi vantaggi:
-necessita solo di un orologio, per controllare di rimanere nei tempi
previsti dal programma e non far tardi a qualche appuntamento;
-rafforza la conoscenza e il rapporto che abbiamo con noi stessi, perché ci
consente di controllare l’organismo attraverso il respiro.
Per utilizzarlo basta tenere presenti alcuni accorgimenti:
1. Quando corri in salita è inevitabile che la tua CRF si tramuti in CRLI;
stesso discorso se ti trovi ad affrontare un dislivello mentre stai girando a
ritmo CRLI: in pochi metri ti scoprirai ad andare a ritmo CRI.
2. Man mano che il tuo livello di allenamento cresce ti accorgerai che, a
parità d’impegno respiratorio, andrai più forte.
3. Per verificare a quale ritmo di corsa corrisponde un certo impegno
respiratorio, corri ogni tanto in pista o su un percorso misurato, questo
soprattutto se in gara pensi di regolarti sulla respirazione.
4. Non metterti mai nella condizione di dover “rompere il fiato”. Inizia
sempre a un ritmo CRF, anche se questa andatura comporta il dover “camminare”
per qualche centinaio di metri, e termina sempre l’allenamento correndo
qualche minuto a ritmo CRF, per ritornate lentamente a uno stato di
normalità.
5. Se sei un principiante, nei primi tre mesi della tua avventura nel mondo
della corsa corri esclusivamente a ritmo CRF, poi, piano piano, inizia anche
a variare le andature.
6. Se ti capita di doverti allenare in bici, sulla macchina ellittica, con lo
sci di fondo o lo skiroll, puoi utilizzare il sistema della respirazione per
continuare a sviluppare correttamente le tue caratteristiche
cardiocircolatorie. Un’ultima nota. Con i podisti un po’ evoluti sto usando
un metodo misto che consiste nell’eseguire, durante la settimana, alcuni
allenamenti basati sul sistema della respirazione e altri su quello dei
classici “minuti al chilometro”. Lascio la libertà di gestire l’andatura a
sensazione durante i giorni dedicati al lento e alle varie forme di
progressivo, mentre invito a rispettare i tempi nelle prove ripetute, nei
medi e negli altri mezzi di allenamento più specifici. Se proverai ti
accorgerete come certi giorni allo con le stesso impegno respiratorio
correrete ad esempio a 5’00” al km, mentre un altro giorni se state bene
correrete a 4’50” o se state male a 5’10”. Come ulteriore esempio ti
presento due schemi di settimane di allenamenti uno basato solo sul
sistema delle respirazione ed uno misto in cui il metodo della respirazione
si alterna con il metodo classico.
Esempio 1
Lun
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Mar
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Mer
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Gio
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Ven
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Sab
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Dom
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60' crf
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10x 3' cri
rec 3' crf
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50' crf
5' crli
5' cri
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15' crf
45' crli
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Esempio 2
Lun
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Mar
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Mer
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Gio
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Ven
|
Sab
|
Dom
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60' crf
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5x 1000 in 4'30"
rec 500 in 2'40"
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50' crf
10' crli
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4km a 5'20"
10km a 4'50"
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A questo punto tocca a te. Come avrai capito io mi alleno con il metodo della
respirazione perché mi consente di divertirmi, sia quando sono da solo, sia
quando sono con i miei amici.
Buon divertimento anche a te!
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