Vittorio Colò aveva 101 anni. Un campione, e in passato è stato recordman di varie specialità di atletica nelle categorie over 65, e poi sempre avanti, fino alla over 95. Vittorio Colò ha deciso di togliersi la vita, premendo il grilletto della sua pistola appoggiata dietro l’orecchio. Lo ha fatto dentro alla chiesa di piazza Santa Maria Nascente, ieri verso le 13,15, quando la messa era finita da un bel pezzo e lui era sicuro che non ci fosse più nessuno.
È entrato in chiesa, ha scelto una panca e si è seduto. Lì, solo e davanti a Dio, ha trascorso gli ultimi istanti prendendo un pezzo di carta dove ha scritto le istruzioni: «Chiamate mio figlio», e quindi il numero di telefono. Poi il braccio verso la tempia e il coraggio di sparare. Il rumore secco e potente ha rimbombato in tutta la chiesa facendo sobbalzare il parroco che si trovava in sacrestia, don Carlo Casati.
Il prete è corso in chiesa, ha visto il corpo inclinato e riverso contro la panca, Don Carlo ha telefonato al 118 e ai carabinieri. Non c’era niente da fare per Vittorio Colò, morto sul colpo. L’atleta dagli occhi vispi e limpidi e la maglia verde dell’Atletica Riccardi, l’uomo straordinario dei record e delle medaglie d’oro che non si era fermato mai, è morto sul colpo e per propria mano. Non è riuscito a reggere gli ultimi giorni, con la moglie Enrica ricoverata in ospedale.
Colò aveva alle spalle ottant’anni di grande atletica, detentore di 25 record italiani e anche mondiali tra salto in lungo, salto triplo, salto in alto, salto con l’asta, 100 e 200 metri. Aveva vinto se stesso, i propri limiti e anche la vecchiaia, era capace di saltare 3 metri in lungo a 93 anni. Era nato il 9 novembre del 1911 a Riva del Garda, si era laureato nel ‘38 in chimica industriale dedicando la sua vita lavorativa alla ricerca farmaceutica. La sua passione? L’atletica, fin da ragazzo. Andato in pensione nel 1972 aveva fatto l’allenatore per la società Riccardi Milano. Dal 1977 in poi, quando vinse i 100 metri nella categoria over 65, ha sempre gareggiato, continuando a stabilire record, fino a quello nel decathlon a 85 anni durante i mondiali del 1997 in Sud Africa dove vinse sette medaglie d’oro.
E' stato detentore dei record del mondo over 90 dei 200 metri, del salto in lungo (3 metri a 93 anni), dei 60 e del triplo salto indoor, nel 2005, a quasi 95 anni si era dovuto fermare dopo l’operazione per un aneurisma all’arteria femorale: «La mia salute ne ha risentito - spiegava - Riesco a fare ancora qualche cosetta, quello che serve per prendere un autobus al volo, ma nulla di serio». In realtà, si era preparato ancora: per la gara del lancio del martello, sognando il record del mondo per la categoria over 95. Rinunciò perché sentiva che la sua gamba era troppo debole.
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