Un
ritorno: gradito, vero, atteso, emozionante, quello di Assunta Legnante questa
sera al Meeting Primo Nebiolo di Torino. Un ritorno che fa spavento, che fa commuovere,
che ci fa tornare alla mente quel pomeriggio a Birmingham nel 2007 quando vinse
quell’oro agli Europei indoor. Assunta è tornata e nonostante la sua cecità
ormai totale che le condizioni la vita ha voluto essere in gara.
di Cesare Monetti
Perché far
volare quella palla pesante quattro chili è la sua vita. Era forte fino a tre
anni fa, è forte adesso con solo un mese e mezzo di allenamento nelle braccia.
Qualche settimana fa, sempre qui a Torino, in occasione dei Campionati italiani
disabili con dieci giorni scarsi di preparazione ha fatto subito il primato
mondiale: 13,27 metri. Paralimpiadi assicurate e la convinzione di potercela
fare. Questa sera una serie vincente, con il nuovo primato: 14,18 – 15,10 – 14,27
– 14,13 – 15,22.
Assunta,
quando è iniziata la sua malattia?
“Ho avuto i primi
problemi alla vigilia di Atene 2004 quando mi
hanno negato l'idoneità fisica per un innalzamento della pressione oculare. Mi hanno poi ridato
l’autorizzazione a gareggiare e ho potuto gareggiare a Pechino 2008 dove sono
rimasta fuori dalla finale per pochi centimetri. A settembre 2009 mentre ero in auto per andare al meeting di
Padova ad un certo punto non vidi più nulla dall'occhio destro, il migliore.
Per fortuna non guidavo io. La fine è stato nel novembre scorso quando
anche l'occhio sinistro mi ha abbandonato”.
In tre anni le è cambiata la vita. A chi deve
dire grazie?
Al mio compagno Andrea
che ora è la mia guida, ai miei genitori, al mio allenatore Nicola Silvaggi che
ancora oggi mi allena dandomi tanti tanti stimoli, anche alla Fidal. Amiche vicine
poche, ma ammetto che sono stata io ad essere sparita. Ma come non farlo con
cinque operazioni chirurgiche subite e l’impossibilità a muovermi. L’ultima
volta in sala operatoria il 9 marzo scorso per togliere la cataratta, ma non è
servito. Ora vivo con la pensione di invalidità”.
Oggi è stato un grande
giorno, come si è sentita?
“Stasera sono rientrata
dalla porta principale nel mio mondo, incontrando persone con cui ho vissuto
per anni. Ho fatto misure importanti, mi danno coraggio e voglia di andare
avanti”.
Non potendo vedere come
è variato il suo stile di lancio?
“All’esordio in maggio
ho lanciato praticamente da ferma, stasera ho provato e sono soddisfatta il
movimento di traslocazione, cioè girandomi sfruttando l’abbrivio. Non è facile,
senza vedere perdi equilibrio, non è come andare in bicicletta, sono movimenti
difficili che con il tempo si disimparano”.
Insieme a Oscar
Pistorius, Giusy Versace, Annalisa Minetti potresti diventare un simbolo del
movimento paralimpico?
“Sarei strafelice di
poter dare in qualche modo un aiuto a questo mondo. Ho dato tanto all’atletica,
sono disposta a farlo anche ora. Il mondo dei diversamente abili è davvero
unico, pieno di energia con tanta gente che mette a disposizione tutto quello
che può per farti stare bene”.
Il sogno olimpico non è
solo nel getto del peso ma ci sarà anche il giavellotto?
“Ho una voglia pazzesca
di gareggiare, domani sarò a Terni per il peso e domenica mattina lancerò il
giavellotto. Anche in questo caso quasi da ferma. La rincorsa è impossibile al
momento, nel buio totale è difficile andare diritto. Valgo più di 30 metri
perché a Londra voglio mettermi due medaglie al collo”.
GUARDA TUTTI I RISULTATI DEL MEETING PRIMO NEBIOLO DI TORINO
GUARDA TUTTI I RISULTATI DEL MEETING PRIMO NEBIOLO DI TORINO
Nessun commento:
Posta un commento